Dalla riapertura totale della lotta al titolo, salendo fino alla soglia leadership (e con il conseguente "spareggio" nella tappa conclusiva del 6 Novembre a San Louis, in Argentina), alla fine del grande sogno proprio quando la realtà si stava facendo stupenda: un tocco sulla riga e l'auto che va in testacoda per poi finire sulla ghiaia. E' amara – anzi, molto amara – la ripartenza dalla Cina per Andrea Piccini e per il compagno di vettura Christian Hohenadel: solo la matematica concede loro ancora qualche piccola chance teorica nel FIA GT1 World Championship, ma c'è il rischio che a questo punto non serva più nemmeno un miracolo in Sudamerica. Sotto la pioggia di Golden Port, l'Aston Martin DBR9 dei due portacolori della Hexis Racing stava costruendo il capolavoro di stagione: partita 12esima nella "qualifying race", la Gara 1 che assegna i punti dimezzati, Andrea aveva recuperato una posizione fino al cambio gomme e l'ottimo pit-stop, che ha fatto dello staff Hexis il migliore dell'anno sotto questo profilo, permetteva a Hohenadel di uscire in quinta posizione; il tedesco ci metteva poi del suo, superando due Nissan, fra le quali quella dei leader Luhr e Krumm. Il terzo posto finale, davanti proprio a questi ultimi, era stato salutato come un ottimo viatico per la "championship race": un solo punto di ritardo dai secondi in classifica, 16 dal duo di testa e piazza d'onore nella classifica a squadre. La Safety Car era la prima protagonista di Gara 2 a Golden Port: le due Aston Martin della Young Driver che erano davanti sono rientrate in anticipo per il pit-stop e così Hohenadel si è ritrovato al comando per un breve frangente, poiché la Ford di Martin lo aveva superato poco prima che Andrea Piccini prendesse il volante della DBR9 argentata. I sincronismi al pit-stop diventano per l'ennesima volta il valore aggiunto della Hexis, tanto che il pilota di Sansepolcro riusciva a superare in extremis entrambe le vetture gemelle della Young Driver e a riprendere la testa, mantenendola anche a gomme fredde. La vittoria era oramai a portata di mano e soltanto 6 minuti separavano Piccini dal trionfo che poteva riscrivere la graduatoria piloti, ma proprio in quel momento avviene l'impensabile: "Ho commesso il peggiore errore che ricordo di aver fatto in carriera – spiega Piccini – sfiorando la riga bianca e finendo in testacoda, con corsa e ambizioni che si sono arenate nella ghiaia. Vittoria sfumata e campionato perso con beffa finale: da qualche istante si era verificato un altro incidente e la Safety Car era di nuovo in pista. Un'altra curva e avremmo vinto. Peccato! La squadra ha lavorato in maniera stupenda anche in questo fine settimana e mi dispiace tantissimo di aver vanificato il lavoro di tutto un campionato con un piccolo errore che ha avuto conseguenze enormi. Meritavano questa vittoria senza discussioni e soprattutto ce l'eravamo meritata sul campo, dimostrando di essere i più veloci in pista e ai box sul bagnato. Matematicamente siamo ancora in lotta per entrambi i campionati e di sicuro lotteremo fino alla fine a San Louis. Ma sarà veramente dura. Una curva fatale, perché il direttore di gara aveva già dato l'ordine alla Safety Car di uscire! Se avessimo vinto – conclude Piccini – saremmo passati in testa al campionato squadre e saremmo stati secondi a un solo punto dalla Nissan di Luhr e Krumm". I due piloti di casa Nissan invece mantengono la testa con 131 punti, mentre cambiano i diretti inseguitori che rispondono ora ai nomi di Darren Turner e Stefan Mucke su Aston Martin a quota 120, per cui tutto è comunque rimandato a inizio Novembre. Piccini e Hohenadel affiancano in terza posizione, con 101 punti, Markus Winkelhock e Marc Basseng su Lamborghini Murcielago. Nella classifica per team, la Hexis è di nuovo scesa al terzo posto con 195 punti, preceduta dalla Young Driver a 224 e dalla Jr Motorsports a 216.